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MACLEOD, KEN – La Divisione Cassini

 9,90

Un futuro conflitto tra terrestri collettivisti e neo-marziani anarco-capitalisti

Edizioni: Fanucci   Anno: 2001   pag. 340

Esaurito

COD: 018-93 Categoria:

1 recensione per MACLEOD, KEN – La Divisione Cassini

  1. Libreria del Ponte

    Recensione di Guglielmo Piombini

    ASPETTI TECNOLOGICI E SCIENTIFICI

    Ken Macleod ambienta la sua storia in un futuro non molto lontano (più di un secolo circa avanti nel futuro, salvo situazioni di relatività spazio-temporale causate dall’entrata nel wormhole, distanti 10000 anni nel tempo), in cui sia le tecnologie che le istituzioni politiche vigenti sono molto differenti da oggi. Generalmente, si danno per avverate numerose delle scoperte in cui sperano gli scienziati e i teorici sostenitori del progresso continuo, come gli Extropians e i Transumanisti. In particolare si parla di:

    1) Ringiovanimento e life extension: i personaggi più importanti del romanzo, grazie allo sviluppo della scienza medica, della nanotecnologia molecolare, dell’ingegneria genetica, e dell’interfaccia uomo-macchina, hanno raggiunto uno stato di longevità fisica e mentale elevatissima, che permette loro di vivere centinaia di anni in ottima salute: una sorta di stadio postumano teorizzato dai movimenti transumanisti.

    2) Nanotecnologie: si tratta di una tecnologia d’avanguardia, attualmente in fase di ricerca e sperimentazione, che permetterà di modificare e creare qualsiasi tipo di struttura materiale grazie alla manipolazione dei suoi singoli atomi.

    3) Superintelligenze artificiali: sono intelletti artificiali in grado di realizzare prestazioni enormemente superiori a quelle umane, in ogni campo. Alcuni studiosi prevedono la loro realizzazione entro venti/trent’anni. Nel romanzo di MacLeod l’esistenza su Giove di esseri dotati di superintelligenze artificiali rappresenta però un grave motivo di preoccupazione per i terrestri, i quali temono di venir sopraffatti in futuro da una civiltà troppo superiore.

    4) Upload: con questo termine si intende il trasferimento di una mente da un cervello biologico ad un computer. Questo processo, la cui realizzabilità è stata studiata da scienziati come Minsky e Moravec, pone difficilissimi problemi filosofici e giuridici sulla natura della mente “copiata”, e sui suoi rapporti con l’io originario. In teoria, il cervello sottoposto ad un uploading potrebbe essere fatto vivere, anche dopo la morte del corpo, in una realtà virtuale (come nel romanzo avevano fatto i gioviani, uscendo dalla realtà e impazzendo), oppure in un corpo robotico, come nelle macchine-umane che convivono con i neomarziani. Nel romanzo, il problema morale che si pongono i terrestri è quello di considerare le menti uploaded come degli esseri umani, o come delle mere macchine senza diritti.

    5) Singolarità: secondo il termine coniato da Vernor Vinge, la Singolarità è un momento del futuro in cui il progresso tecnologico diventa così rapido, da modificare completamente il mondo rispetto a prima, in maniera tale da renderlo irriconoscibile. Nel romanzo, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale aveva realizzato una Singolarità piuttosto terrificante, la cui ripetizione i terrestri, capeggiati dalla protagonista Ellen May Ngwethu, cercheranno di scongiurare.

    Per un approfondimento di tutti questi concetti, consiglio vivamente una visita al sito http://www.estropico.com/index.htm

    ASPETTI POLITICI E SOCIALI

    Sono tre le civiltà che compaiono nel romanzo: gli umani che hanno colonizzato buona parte del sistema solare; i misteriosi gioviani, post-umani che hanno completamente modificato la propria natura grazie all’incredibile sviluppo dell’intelligenza artificiale, i quali vivono appartati e isolati su Giove; e i neomarziani, umani ex-gioviani che hanno sviluppato notevolmente le tecnologie di upload delle menti nelle macchine e della robotica, che vivono su Nuovo Marte, distante 10000 anni-luce e raggiungibile molto difficilmente solo attraverso un wormhole spazio-temporale.

    A parte la società gioviana, di cui non si sa quasi nulla (neanche se i suoi abitanti hanno caratteristiche umane o artificiali), la società terrestre e la società neomarziana sono organizzate su basi politiche ed economiche completamente diverse e praticamente opposte.

    1) La società socialista terrestre:

    MacLeod afferma talvolta nel libro che gli umani dell’Unione Solare vivano in una sorta di anarco-comunismo, cioè in una sorta di comunismo volontario senza Stato e autorità centrale. Questo però alcuni problemi: innanzitutto ciò sembra in contraddizione con l’esistenza di strumenti di pianificazione centralizzata, gestita da potentissimi computer. A pagina 79, MacLeod parla ad esempio della “grande sala del Comitato Centrale di Pianificazione con la statua d’oro di Mises”: questo riferimento è una chicca prelibata per gli appassionati della storia del pensiero economico. Ludwig von Mises è stato infatti quel grande economista austriaco che già nel 1920 aveva previsto e teorizzato le ragioni dell’impossibilità della pianificazione economica centralizzata, a causa dell’impossibilità di stabilire il reale valore dei beni, e quindi di fare scelte economiche sensate e ragionevoli, stante la mancanza dei prezzi di mercato. Da questa critica nacque un dibattito appassionato con gli economisti socialisti, i quali cercarono di presentare un’economia pianificata che potesse funzionare superando i problemi indicati da Mises,: ad esempio, simulando i prezzi di mercato con delle equazioni matematiche. Uno di questi economisti socialisti che parteciparono al dibattito, Oskar Lange, affermò quindi che la critica di Mises aveva obbligato i socialisti a riformulare in maniera più corretta la propria dottrina, e che per questo motivo il busto di Mises meritava l’onore di essere posto nella sala d’entrata di ogni ministero socialista di pianificazione economica: da qui la frase di MacLeod!

    La presenza di una pianificazione centrale sembra però completamente incompatibile con l’anarchia, perchè gli individui non potrebbero agire liberamente, ma solo secondo i programmi stabiliti dal centro.

    Un altro problema dell’incerto anarco-comunismo descritto da MacLeod è che la società terrestre sembra piuttosto stratificata gerarchicamente e fortemente militarizzata, con ampie sacche di dissidenti (i non-col), malvisti dall’autorità, che non vogliono vivere in maniera socialista. Lo stesso MacLeod riconosce nella postfazione di aver ricevuto molte critiche sulla funzionalità di un sistema economico senza denaro e senza mercato. Il suo escamotage è stato quello di ipotizzare che, grazie alle nanotecnologie, la riproduzione dei beni materiali sarebbe stata altrettanto facile di quanto lo è oggi quella dei beni immateriali, rendendo così non necessario lo scambio e il commercio. Questa soluzione però assomiglia molto a quella utilizzata da Marx, che si cavava d’impaccio riguardo i criteri di distribuzione delle ricchezze nella società comunista del futuro affermando che questi problemi sarebbero stati facilmente risolti dall’elevatissimo aumento di produttività sotto il comunismo.

    In realtà a mio avviso numerosi indizi sembrano dimostrare che l’anarco-comunismo dell’Unione Solare sia più o meno uno slogan propagandistico, mentre nella realtà si tratta di una società collettivista chiusa, totalitaria, fortemente statalizzata, e non troppo diversa da come è stata l’Urss.

    2) La società anarco-capitalista neomarziana

    La società di Nuovo Marte, al contrario, sembra vivere in una forma precisa e compiuta di anarchia di mercato, o anarco-capitalismo, che appare perfettamente plausibile sia dal punto di vista teorico che pratico. Alcuni economisti come Murray Rothbard (nel libro “Per una nuova libertà”) e David Friedman (nel libro “L’ingranaggio della libertà”) hanno descritto con dovizia di particolari il modo in cui questo sistema potrebbe funzionare. Si tratta in pratica di una società di mercato pura, dove lo stato non esiste perchè tutte le sue attuali funzioni, comprese la protezione, la difesa, la giustizia, l’emissione della moneta, la costruzione e la gestione di strade, e ogni altra cosa, vengono svolte da imprese private in concorrenza tra loro. MacLeod scrive infatti, a pagina 225, che “laggiù non hanno uno stato…ma ciò che hanno al suo posto è un mucchio di compagnie di difesa in competizione tra loro”. Rimanendo nella fiction, la società neomarziana di Macleod è molto simile alla società libertaria di Hong Kong descritta da Heinlein in “La Luna è una severa maestra”.

    Poichè generalmente la concorrenza è superiore al monopolio nella fornitura di beni e servizi, si può ipotizzare che anche la difesa, la giustizia, e tutte le altre attività siano prodotte in maniera molto più efficiente su Nuovo Marte che nell’Unione Solare, come appare forse anche dal romanzo: a dir la verità questo non è chiaro, ma sembra che i neomarziani siano tecnologicamente più avanzati dei terrestri, i quali hanno l’atteggiamento conservatore e ostile alle novità tecnologiche tipico delle società “chiuse” e totalitarie.

    ASPETTI FILOSOFICI E MORALI

    Nel romanzo si descrive lo scontro futuro tra gli umani e i misteriosi postumani (ex-umani che hanno realizzato processi di upload e che hanno sviluppato in maniera incredibile l’intelligenza artificiale), i quali vivono appartati su Giove, senza che si conoscano le loro intenzioni, nè le loro attuali fattezze. Come spiega l’autore, le tre alternative cui gli umani si trovano davanti sono: trasformarsi come loro, convivere con loro, o distruggerli prima che loro possano fare altrettanto.

    La protagonista del romanzo è un “falco”, un comandante militare che si schiera con la massima decisione per la terza alternativa. Ciò si spiega, secondo MacLeod, col fatto che Ellen segue solo i propri interessi invece che un’ideologia. In verità anche Ellen, come molti umani, seguono in maniera fideistica una ben precisa filosofia di vita, che essi chiamano “Conoscenza Suprema”. Si tratta di una filosofia prettamente nichilista e amorale, nietzschiana e darwiniana, secondo cui non esistono diritti in astratto, perchè solo la forza crea il diritto. Insomma, si tratta di qualcosa di molto simile a quanto teorizzato da Max Stirner nel libro “L’Io e la sua proprietà”, la cui messa in pratica conduce sorprendemente ad esiti socialisti:”tutto è di tutti”, nel senso che tutti possono prendere quello che vogliono, se hanno la forza per farlo.

    Un secondo problema filosofico è il conflitto con le macchine e le intelligenze artificiali: non riconoscendo la loro umanità, Ellen bandisce ogni scrupolo verso la loro totale distruzione. La possibilità di una cooperazione pacifica e mutualmente vantaggiosa con i gioviani (come nei progetti dei più pacifici, aperti, e commerciali neomarziani) non viene neanche presa in considerazione, davanti al terrore invincibile verso un estraneo, che potrebbe essere più forte e che in futuro potrebbe distruggerti. Con le parole del giurista filonazista tedesco degli anni ’30 Carl Schmitt, si potrebbe dire che i terrestri vedono nei gioviani un “nemico esistenziale”, che con la sua sola presenza rappresenta una minaccia alla propria esistenza, a prescindere da quello che abbia mai commesso. Per il “problema gioviano”, quindi, vi è solo una soluzione: lo sterminio totale, come si fa con i batteri o con una colonia d’insetti.

    Infine, l’atteggiamento di ripulsa verso le nuove tecnologie e il luddismo tecnofobico dei terrestri trova verso la fine del romanzo una più corretta riformulazione, cambiando la prospettiva: è solo la tecnologia altrui, che non si conosce e non si padroneggia, quella da combattere, ma a difesa della propria. Forse infatti anche la protagonista è più postumana che umana, in virtù dei trattamenti di allungamento della vita e di ringiovanimento, e della vita simbiotica con una potentissima intelligenza artificiale, annidata nella propria tuta: quello che, in un momento di consapevolezza, Ellen alla fine del romanzo chiama “il dio dalla nostra parte”.

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