MARCELLO GARDANI – L’Anticostituzione

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Il Re Nudo – 1994, Pagine 158

Difetti e crimini insiti nella costituzione italiana: una critica libertaria articolo per articolo.

 

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Descrizione

Introduzione

Un tempo ero solito affermare di aver letto la costituzione della repubblica italiana solo due volte: la prima per legittima curiosità e la seconda unicamente per convincermi di non aver sognato, leggendo tante sciocchezze…

E’ una sofferenza, per ogni persona dotata di sensibilità ed amor proprio, dover rileggere e studiare un testo che ha già giudicato grossolano ed ingiusto, tuttavia penso che sia valsa la pena di questo sforzo, poiché è alla costituzione che si devono i troppi mali che travagliano il nostro paese, ed è dunque essa che va criticata e riscritta per costruire una società giusta e libera.

 

Il 27 giugno del 1991 stavo spensieratamente recandomi al mare, in sandali e calzoni corti, ed avevo percorso senza problemi 312 dei 313 Km previsti, quando una pattuglia della polizia mi fermò. Nonostante non avessi fatto nulla di male a nessuno, venni multato perché non indossavo la cintura di sicurezza. Alle mie proteste, che tale decisione spettasse soltanto a me e non ad altri, la risposta fu di multare anche il passeggero che mi sedeva accanto. Un altro avrebbe brontolato qualche improperio all’indirizzo del prepotente in divisa ed avrebbe pagato, andandosi poi a godere le vacanze. Io decisi di non pagare né quella multa né le successive (e non l’ho ancora fatto, nonostante i numerosi solleciti e le minacce ricevute, di esproprio e, implicitamente, di violenza), ma di reagire con tutte le mie forze.

Da quel fatto seguì il tentativo di coinvolgere altre persone nella protesta contro tale legge ingiusta. Alcuni avvocati simpatizzarono con la mia critica, ma affermarono che l’unica esile speranza di successo sarebbe stata quella di far giudicare incostituzionale la legge che sancisce l’obbligo di indossare le cinture di sicurezza, sempre (incredibile ad udirsi!) che non ci si imbattesse in un giudice di ideologia poco liberale (la certezza del diritto…). Un esame della costituzione, all’art. 32 (<>) si rivelava però insoddisfacente. Ammesso che l’indossare una cintura di sicurezza in auto sia configurabile come un trattamento sanitario, essendo volto a ridurre i rischi di trauma all’automobilista, la costituzione lascia all’arbitrio della legge determinare se questo trattamento debba essere obbligatorio o meno. Pertanto la costituzione non difende la libertà di autodeterminazione dell’individuo (cioè la giustizia), e l’unico mezzo di resistenza lasciato ad un uomo libero non è costituito dal ricorso ad un tribunale (poiché è lo stesso tribunale a compiere il crimine e non può che confermare il disposto della legge), ma dal ricorso all’insurrezione armata per rovesciare lo Stato, con il rischio di perdere la propria vita, o almeno la libertà ed i propri averi.

Quindi, da una riflessione sul fatto che una sia pur microscopica ingiustizia fosse causata da un poliziotto ottuso ed arrogante, che utilizzava una legge ingiusta, che traeva il suo permesso di esistere dalla costituzione italiana, è nato il progetto di smascherare i principale crimini che possono essere impunemente permessi o addirittura generati dalla nostra costituzione.

E’ forse consigliabile avvertire il lettore che, accingendosi all’opera di studiare questo volume, occorre che egli accantoni i preconcetti derivanti dal senso comune. Più e più volte sentirà forse una voce, dentro di sé, gridare che quanto legge qui è totalmente sbagliato e da rigettare. Gli sembrerà che si tratti della voce della sua coscienza, a protestare, ma non è così. Sarà la voce dell’educazione che ha ricevuto, non solo dai genitori, ma dall’intera società, forse persino ereditata tramite i geni degli antenati. Sarà la voce della propaganda che lo ha martellato per anni o quella di chi ripete i pareri altrui senza prima analizzarli. Provi invece a criticare quanto trova scritto come se per la prima volta venisse anche solo a conoscenza del problema citato, in modo totalmente nuovo, totalmente autonomo e, forse, si renderà conto della potenza del suo intelletto finalmente libero.

Ringrazio quanti mi hanno aiutato, con i loro suggerimenti od il loro appoggio, nella stesura di questo libro. In particolare:

La professoressa Cristina Zanoni, per essersi pazientemente prestata a leggere e correggere tre volte il testo in bozza e per le discussioni che ne sono conseguite.

Lorenzo Zanoni, per i suggerimenti e l’aiuto entusiasta nel pubblicizzare il volume nelle sedi adeguate (ed anche in quelle inadeguate).

Il professor Corrado Camizzi, per le acute critiche mosse al testo.

 

Marcello Gardani, 29 Febbraio 1992 – 28 Febbraio 1994.

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