THOREAU, HENRY DAVID – La Disobbedienza Civile

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I fondamenti morali della disobbedienza ai comandi ingiusti dell’autorità

Edizioni: Einaudi Anno: 2018 pag. 102

COD: 018-473 Categoria:

Descrizione

Uscito nel 1849, il saggio “Civil Disobedience”, nasceva a sostegno dell’abolizionismo. Ispirato al trascendentalismo emersoniano, H.D. Thoreau vi riafferma la superiorità morale della coscienza individuale, rispetto alle istituzioni, incapaci di farsi veramente democratiche se ignorano i diritti delle minoranze. Visto in quest’ottica il governo si rivela legato alla convenienza, e gli strumenti istituzionali di cui si servono i cittadini – voto e riforme – mezzi impropri per manifestare il dissenso, perché inadeguati a modificare la realtà. Sola alternativa l’azione individuale e rivoluzionaria. Anticipatore del credo radical e portavoce di quella tradizione di pensiero che si oppone al pragmatismo, Thoreau ce ne chiarisce le radici culturali, intellettuali e puritane, e inaugura quel filone della resistenza attiva, che avrà maggior seguito in anni molto più tardi. Nel secondo saggio spicca una figura significativa nella battaglia antischiavista, John Brown, condannato per questo all’impiccagione. La postfazione di Franco Meli inquadra Thoreau come riformista, e non anarchico, come in passato. Sottolinea poi una scissione tipica della cultura puritana in America, che individua nella coscienza una tendenza ambivalente – al bene e al male – e, nel secondo caso, la vede necessariamente sottoposta a leggi che stabiliscono un criterio di giustizia.

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