Descrizione
Provocatorio da subito, attraverso il suo titolo, il volume di Dario Antiseri, «Cristiano perché relativista, relativista perché cristiano» (Rubbettino, pp. 180, € 10,00), espone già nella premessa la posizione del filosofo circa il grande problema del rapporto che lega tra loro la fede e la ragione.
La prima parte del titolo è spiegata da Antiseri con la consapevolezza dei fallimenti della “ratio” e con la possibilità di trovare un senso assoluto, non costruibile, però, dall’uomo. La seconda parte, invece, si rispecchia nella convinzione di quelle persone che abbracciano la fede cristiana, per le quali solo Dio è assoluto.
Il filosofo, di fronte a questa doppia biforcazione della vita degli uomini di ogni tempo, si definisce, allora, “relativista”, nel senso che si fa promotore di un “razionalismo della contingenza”, il quale, partendo dal fallibilismo della conoscenza, rafforzi così la posizione della fede. Si tratta di un “relativismo”, cioè, inteso come impossibilità di costruire “assoluti terrestri”.
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