BETHELL, TOM – Le Balle Di Newton

 16,00

Prefazione di Guglielmo Piombini

Tutta le verità  sulle bugie della scienza

Edizioni: Rubbettino   Anno: 2007   pag. 278

COD: 018-714 Categoria:

Descrizione

Il DDt è pericolosissimo per la salute? Assolutamente no… Il virus dell’AIDS è nato e si è sviluppato in Africa? No. Questo libro intende guidare il lettore attraverso le mille bugie che la scienza ha diffuso, dimostrando in maniera argomentata come la difesa di molte teorie scientifiche contrapposte ad altre sia in realtà frutto di scelte politiche e non dei risultati dei test di laboratorio.

3 recensioni per BETHELL, TOM – Le Balle Di Newton

  1. Libreria del Ponte

    Per inquadrare il problema in Italia – scrive Guglielmo Piombini nella prefazione, dopo essersi occupato anche della traduzione del volume – possiamo pensare ad un personaggio onnipresente sui media come Mario Tozzi, che quotidianamente dispensa al pubblico le sue ‘verità scientifiche’ ecologiste, maltusiane, anticristiane e anticapitaliste, e che è solito rispondere ai critici ostentando con arroganza le sue credenziali di scienziato. In realtà gli ambientalisti come Tozzi il più delle volte non fanno scienza, ma politica. Lo scienziato, per essere tale, dovrebbe essere in grado di azzeccare, almeno qualche volta, una previsione. Il valore predittivo della pseudo-scienza sbandierata dagli ambientalisti radicali è invece praticamente nullo: sono ormai quarant’anni che sbagliano una previsione dopo l’altra, senza avere mai fatto ammenda”.

    Qualche assaggio tratto da “Le balle di Newton”. Uno dei casi più eclatanti ricordati da Bethell è quello del trattato di Kyoto sulla riduzione delle emissioni che provocano il cosiddetto effetto serra. Pochi infatti sanno che le teorie che attribuiscono a cause umane il presunto riscaldamento globale non hanno alcun fondamento scientifico sicuro, e che l’applicazione rigorosa di questo protocollo avrebbe delle ripercussioni devastanti sulle economie dei paesi industrializzati. Secondo una stima dell’International Council for Capital Formation in un paese come l’Italia il raggiungimento degli obiettivi di Kyoto potrebbe causare la perdita di oltre 200 mila posti di lavoro nel 2010, mentre il prezzo dell’elettricità potrebbe salire del 13 per cento e quello del gas del 44 per cento. Tutto questo per far scendere di qualche grado la temperatura nel 2100!

    Le politiche climatiche proposte per fronteggiare il riscaldamento globale sono espressione di una smisurata presunzione. In realtà non si conoscono perfettamente tutti i fattori climatici che interagiscono in maniera complessa e imprevedibile; le attuali tecniche di misurazione del clima non sono pienamente affidabili; non si sa con certezza se il riscaldamento è provocato dalle emissioni umane o dai fattori naturali; è molto difficile prevedere le conseguenze del cambiamento climatico, calcolare con precisione l’entità dei danni provocati dal riscaldamento globale, e comparare i costi e i benefici delle politiche climatiche con quelli della loro assenza; infine, è fortemente dubbio che gli obiettivi climatici possano essere realizzati per mezzo di quei sistemi di pianificazione politico-burocratici che hanno sempre fatto fiasco in ogni precedente occasione.

    La campagna allarmista ha finora dato i frutti sperati, se si tiene conto che solo i contribuenti americani versano 4 miliardi di dollari all’anno nelle tasche degli scienziati e dei burocrati che lavorano attorno al problema del riscaldamento globale. Che ne sarebbe dei loro budget, impieghi e avanzamenti di carriera se risultasse che l’aumento della temperatura si deve a cause naturali che l’uomo non può controllare?

    Altre balle sono state divulgate a piene mani a proposito del DDT, un insetticida formidabile messo al bando nel 1972. Proprio questa sua eliminazione dal mercato ha provocato nel Terzo Mondo la morte per malaria di milioni di persone. Ma qualche volta le bugie hanno le gambe corte, per fortuna. Nel settembre 2006 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato di aver mutato il suo orientamento, e di essere favorevole all’uso del DDT e di altri insetticidi nelle aree africane minacciate dalla malaria. Resta del tutto gonfiata, invece, l’ecatombe di Aids nell’Africa subsahariana. Bethell rivela che l’epidemia di Aids è stata completamente inventata per ragioni politiche durante una conferenza internazionale svoltasi a Bangui, in Centrafrica, nel 1985.

    Da allora, mentre gli “esperti” prevedevano puntualmente scenari da peste nera e cadaveri a montagne, la popolazione dei paesi dell’Africa meridionale ha avuto la più alta crescita del mondo, passando da 434 a 733 milioni. Come nota ancora Piombini, “in vent’anni la terribile piaga ha incrementato la popolazione del 70 per cento, in un numero pari all’intera popolazione degli Stati Uniti. Sui giornalisti africani che hanno tentato di indagare meglio la faccenda è caduto l’ostracismo generalizzato”.

    (L’opinione, 16 giugno 2007)

  2. Libreria del Ponte

    Recensione di di Maurizio Stefanini

    Un libro dell’americano Tom Bethell sulle “bugie della scienza” • Nel mirino l’allarmismo ecologista, la mappatura del genoma umano, la battaglia contro il cancro lanciata da Nixon, la clonazione • La contestazione del finanziamento pubblico della ricerca e la sua politicizzazione • Il fallimento delle campagne dell’Onu contro l’Aids in Africa • La confutazione dell’idea che gli scienziati e i teologi medievali credessero nella terra piatta • E anche lo scopritore della gravitazione universale avrebbe aggiustato qualche calcolo per farlo quadrare con le sue teorie

    Recentemente Ben Adler del New Republic ha chiesto a diversi esponenti conservatori ‘se credono nell’evoluzione’. Sono state così ottenute una serie di dichiarazioni di fede (‘Io ci credo’, ‘Naturalmente’, ‘Sì’). La domanda era strana. Nessuno è sembrato accorgersi che la fede riguarda più la religione che la scienza”. “Il riscaldamento globale è diventato l’argomento preferito dagli ambientalisti solo alla fine degli anni Ottanta. Prima di allora alcuni credevano che la terra si stesse raffreddando, non riscaldando… Per fermare il riscaldamento globale, alcuni esperti proponevano di sciogliere la calotta polare artica!”. “Seicentomila operai che lavorano sui reattori nucleari nelle navi della marina militare avevano un tasso di malattie cancerogene inferiore del 25 per cento a quello degli operai non esposti alle radiazioni sul lavoro”. Folgoranti le rivelazioni a catena. E folgorante soprattutto il titolo italiano del libro: “Le balle di Newton. Tutte le verità sulle bugie della scienza” (Rubbettino, pp. 277, euro 16). Anche se forse un po’ fuorviante rispetto all’originale inglese del 2005: “The politically Incorrect Guide™ to Scienze”. Una “Guida Politicamente Scorretta alla Scienza” dovuta alla penna di Tom Bethell, editorialista dell’American Spectator e collaboratore del New York Magazine e dell’Atlantic Monthly.

    Gran parte del pamphlet, infatti, più che con gli scienziati in senso lato se la prende con gli allarmismi dell’ecologismo contemporaneo, secondo la linea di best seller come “L’ambientalista scettico” di Bjorn Lomborg o “Stato di paura” di Michael Chrichton. E un’altra parte importante è dedicata al tema pure specifico della teoria darwiniana, su cui si ricorda il giudizio di Karl Raimund Popper che fosse “non testabile”, e quindi “metafisica”. Ma altri obiettivi polemici sono ad esempio la battaglia al cancro lanciata da Richard Nixon nel 1971, con l’idea di poter ottenere una vittoria entro il 1976: “Ma da allora non c’è stato praticamente nessun miglioramento nella mortalità”. O la grande campagna per la mappatura del genoma umano: “Una mappa verso il nulla”. O la clonazione: “La follia di Dolly”. O la sfida delle cellule staminali nella bioingegneria. Per non parlare dell’Aids in Africa: “Un’epidemia politica” che secondo Bethell “fu inventata durante una conferenza nella Repubblica Centrafricana nel 1985”. Così “i paesi africani afflitti dall’Aids sono stati inondati da preservativi e aiuti dagli Stati Uniti e dall’Onu. Ma a dispetto di ogni previsione, la popolazione dell’Africa subsahariana è aumentata di 299 milioni di persone”.

    In realtà, quel che l’autore contesta radicalmente è l’espansione del finanziamento pubblico alla ricerca, colpevole di orientare gli studiosi non secondo la scienza, ma secondo la politica. “La scienza è diventata così politicizzata anche perché il governo federale si è trasformato da governo con poteri limitati e specifici in un’agenzia che si prende cura di ogni cosa”. E “la scienza saltò a bordo. Se la scoperta di emergenze e di crisi dà titolo a partecipare alla spartizione delle elargizioni federali, gli scienziati potevano stare al gioco”.

    Oltre a prendersela contro i dogmi pretesi scientifici imposti oggi a suon di soldi del contribuente, però, Bethell fa anche qualche polemica di più lungo periodo. Dimostra ad esempio facilmente come “l’idea che gli scienziati e i teologi medievali credessero nella terra piatta è stata inventata nel diciannovesimo secolo”: e da qualcuno che non aveva evidentemente ben presente la chiara opzione per la sfericità della terra espressa nella Divina Commedia. In questo senso, il titolo italiano ha il merito di ricollocare il libro in tutto un filone di studi sui falsi scientifici uno dei cui vertici fu nel 1972 “Il caso del rospo ostetrico” di Arthur Koestler: storia del biologo viennese Paul Kammerer, che si suicidò nel 1926 dopo che era stata scoperta la sua pratica di iniettare inchiostro nei batraci. Per dimostrare la teoria di Lamarck secondo cui le caratteristiche acquisite dai genitori possono essere trasmesse alla generazione successiva, infatti, si era messo a far accoppiare per forza in acqua rospi che invece lo facevano sulla terra. Ma visto che i caratteristici “cuscinetti nuziali” da soli non si sviluppavano proprio, aveva provveduto lui a crearli.

    Un altro testo in materia è “Il falso di Piltdown”, con cui nel 1955 Joseph Weiner dimostrò definitivamente che il preteso “anello mancante” dell’evoluzione scoperto nel 1912 nel Sussex era stato in realtà assemblato montando la mascella di un uomo moderno sul cranio di un orango. Ed è un caso spesso rinfacciato ai sostenitori dell’evoluzionismo, anche se in realtà quell’incongruo fossile in Europa aveva distolto per quarant’anni la ricerca paleontologica dal filone oggi prevalente dell’origine africana dell’umanità.

    Di questi e altri casi parlò nel 1986 il volume “Falsi profeti. Inganni ed errori nella scienza” dello storico inglese Alexander Kohn. Vi si apprende ad esempio che lo stesso Isaac Newton approssimò i suoi calcoli sulla velocità del suono, sulla distanza tra Terra e Luna e sulla precessione degli equinozi, pur di farli quadrare con le sue teorie. Ma anche il monaco boemo Gregor Mendel, padre della genetica, avrebbe fatto lo stesso coi dati delle sue ibridazioni.

    (Il Foglio6 giugno 2007

  3. Libreria del Ponte

    Recensione di Anna Bono (RagionPolitica, 5 luglio 2007)

    Con il titolo Le balle di Newton. Tutta la verità sulle bugie della scienza, è uscito in Italia l’atteso libro dell’editorialista dell’American Spectator, Tom Bethell, tradotto per la casa editrice Rubbettino da Guglielmo Piombini, che è autore anche della prefazione intitolata «I disastri della scienza». Il titolo originale dell’opera, The Politically Incorrect Guide to Science (Guida politicamente scorretta alla scienza) spiega l’intento dell’autore: indurre nei lettori un atteggiamento più critico nei confronti della scienza o meglio degli scienziati, che, come ogni altra categoria professionale, possono subire la seduzione della politica e della pubblicità e prestarsi ad accreditare teorie e previsioni prive di fondamento per assecondare, ricavandone in cambio fama e denaro, interessi economici e politici.

    Da anni, ormai, alcuni di essi si prestano in particolare a suscitare nelle masse uno stato di paura – soprattutto prevedendo futuri, imminenti disastri ambientali – inteso a renderle obbedienti e docili, e prima di tutto irrazionali, illudendole al tempo stesso di agire in piena libertà. Il loro compito è facilitato dal fatto che la maggior parte della gente non si rende conto che le realtà indagate dalla scienza sono quasi sempre estremamente complicate. L’incertezza sui fatti – determinata dalla complessità dei fenomeni e spesso dalla difficoltà di analizzarli in ogni loro aspetto – favorisce la manipolazione: le preferenze possono sostituirsi ai fatti, anche in maniera subdola. «Si individua o si inventa un problema – spiega Bethell – il governo interviene, ma il problema diventa sempre più serio quanta più attenzione gli rivolge. Molti scienziati si trovano bene in questo sistema».

    Una dopo l’altra, il libro di Bethell esamina alcune delle più note «verità scientifiche» del momento, quelle di cui i mass media si occupano ogni giorno, e ne illustra i punti deboli, le contraddizioni e le incongruenze, a partire dalla teoria del riscaldamento globale del pianeta, che dalla fine degli anni ’80 del secolo scorso ha soppiantato quella – altrettanto popolare nei decenni precedenti – del progressivo e rapido raffreddamento della Terra. La tesi di Bethell è che le «balle di Newton» servono a rafforzare ed estendere il potere statale, il che è senz’altro vero. Ma il danno ulteriore, tutt’altro che secondario ai fini delle sorti della guerra in corso contro il mondo libero, è il contributo che forniscono alla demoralizzazione dell’Occidente: dall’effetto serra all’Aids, dalla malaria alle cause del cancro, dalle specie animali minacciate di estinzione all’esaurimento delle risorse naturali, tutti i fenomeni affrontati dalla junk-science, la «scienza spazzatura» o «scienza di comodo», vengono infatti immancabilmente attribuiti all’Occidente e fabbricano argomenti per le incessanti campagne d’avversione che ne minano profondamente l’immagine.

    Eloquente conferma di ciò è una frase esemplare, riportata nel testo, pronunciata nel 1998 dall’ex ministro canadese dell’Ambiente Christine Stewart: «Non c’importa sapere se i dati scientifici sono veri o falsi. Ci interessano i benefici ambientali collaterali. I cambiamenti climatici ci danno la più grande opportunità di portare giustizia ed eguaglianza nel mondo». Va da sé che per il ministro canadese, così come per milioni di altre persone, «giustizia ed eguaglianza» mancano nel mondo non a causa della sopravvivenza di istituzioni tipiche delle società patriarcali e gerontocratiche arcaiche, che in tre continenti continuano a impedire il rispetto dei diritti umani universali e lo sviluppo economico, ma dell’«iniqua distribuzione della ricchezza» e del «saccheggio delle risorse dei Paesi poveri» di cui l’Occidente è ritenuto responsabile. Guarda caso, la scienza spazzatura finisce sempre per suggerire che il problema in oggetto si risolve o rallentando lo sviluppo dei Paesi industrializzati, se non addirittura tentando di obbligarli ad adottare economie meno efficaci (è il caso dei rimedi proposti contro l’eventuale riscaldamento globale), oppure, per combattere ad esempio malaria e Aids in Africa, inducendoli a devolvere, ovvero «restituire», percentuali enormi e crescenti delle loro ricchezze ai Paesi poveri.

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