COLOMBATTO, ENRICO – L’Immoralita’ No Global

 8,00

La globalizzazione viene difesa da un punto di vista morale, perchè amplia le possibilità di scelta dell’individuo.

Edizioni: Rubbettino   Anno: 2003   pag. 85

COD: 018-35 Categoria:

1 recensione per COLOMBATTO, ENRICO – L’Immoralita’ No Global

  1. Libreria del Ponte

    Recensione di Alberto Mingardi

    L’IMMORALITA’ DEL POPOLO DI SEATTLE
    La globalizzazione offre a ogni individuo le più ampie libertà di scelta

    L’immoralità no global di Enrico Colombatto è il primo libro che in Italia entri davvero nel dibattito sulla globalizzazione, fornendo un punto di vista originale e serenamente fuori dal coro -com’è evidente sin dal titolo, provocatorio e essenziale.

    Leggendolo, soprattutto, ci si accorge di quanto certe questioni, a dir poco essenziali, siano state sfiorate appena nel rimpallo d’opinioni che ci angustia perlomeno da che il “popolo di Seattle” ha mosso i primi passi.

    Per esempio, l’economista torinese sottolinea come sia necessario distinguere fra “libero scambio” e ‘globalizzazione” , ch’è come dire tra un principio e la sua incarnazione storica.

    La globalizzazione è caratterizzata dalla “possibilità di frammentazione della produzione, che contempla la suddivisione del processo produttivo fra diversi operatori attivi in Paesi distinti.

    Il fatto che non si scambino più soltanto ” prodotti”, ma persino le più minuscole “parti” di prodotti, solidifica legami fra economie e società diverse che neppure la mannaia della politica può spezzare.

    Tuttavia, se la difesa della globalizzazione di Colombatto riesce persuasiva, è perché ha saputo fornirne una giustificazione dichiaratamente morale, per nulla utilitaristica.

    Egli non sente il bisogno di accatastare numeri, di buttar giù grafici o tabelle: vuole raccontare la moralità del libero scambio, non la sua maggiore efficienza rispetto a qualsiasi sistema alternativo. “Da un punto di vista liberista”, spiega, “la globalizzazione commerciale è giustificata” non perché ponga le premesse per una “crescita più rapida dell’economia” ma in quanto essa contribuisce a “offrire a ogni individuo le più ampie libertà di scelta”. Simmetricamente, “le ragioni no global contro l’incondizionata apertura ai flussi internazionali di beni e servizi sono quasi sempre radicate nell’ignoranza o nel tentativo di difendere gruppi di interesse, rendite di posizione”.

    Per comprendere questo radicale rovesciamento della prospettiva fatta propria dai più, va preso atto che Colombatto non confonde la globalizzazione con le ambizioni di imbastirrne un “governo “, e anzi coglie la contraddittorietà dell’una cosa rispetto all’altra.

    Il sogno di uno Stato che abbracci ogni latitudine fa a pugni col libero movimento di capitali e beni. “Chi favorisce la globalizzazione… sostiene che non esiste un ordinamento delle dignità individuali che consenta ad alcuni di imporre le proprie scelte ad altri”. E’ il riconoscimento di una sfera di libertà intangibili il portato più significativo dello sfarinamento delle frontiere.

    Quanti vorrebbero derubarci di nuovo di queste libertà, riconquistarci allo Stato, dice Colombatto, mettono a rischio ogni speranza di una società più libera e, quindi, più giusta.

    (19 Maggio 2003)

Aggiungi una recensione