Descrizione
Attivamente partecipe, e non solo sul piano pubblicistico, alle travagliate vicende del PLI, dopo una rilevante collaborazione iniziale a “Il Mondo”, Gentile configurò limpidamente in ”l’idea liberale” (Milano 1955) una versione del liberalismo che lo indurrà ad avversare, in primo luogo e a lungo sul “Corriere della sera”, le intraviste degenerazioni “statalistiche” e “partitocratiche” dell’Italia repubblicana, da lui denunciate particolarmente al termine in ”Democrazie mafiose” (Roma 1969).
Nel 1925 fu tra i firmatari del manifesto antifascista di Benedetto Croce, cui sarà tributario nel suo approdo al liberalismo, successivamente segnato anche dalla lezione di Einaudi e di Ropke.
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