Descrizione
Il libro è una risposta alle varie pubblicazioni apparse negli ultimi anni che rivendicano i diritti del Meridione “rovinato” dall’unità italiana ma anche dai presunti vantaggi che la Padania ne avrebbe tratto.
Il volume sostiene che tutti hanno ricevuto evidenti danni dall’unità forzata ma che quelli inflitti alle regioni settentrionali sono i più pesanti perché durano nel tempo, perché da decenni i padani si trovano a dover pagare tutti i conti, a essere privati di ogni potere politico e – in più – devono anche subire ogni sorta di accusa.
Il sottotitolo del libro è in questo molto significativo: Apologia di un popolo di egoisti, xenofobi, ignoranti ed evasori. In difesa della comunità più diffamata della storia.
In tempi in cui in tanti manifestano l’orgoglio della propria appartenenza, vuole essere uno scatto di “Orgoglio Padano”. In realtà è molto di più perché contiene un interessante repertorio di informazioni, note storiche e dati statistici “veri”. Quello della Padania costituisce il caso unico al mondo di una comunità ricca e progredita che è costretta da una situazione politica ed istituzionale a vivere in condizioni di disagio economico e sociale: con produttività tedesca, tassazione svedese e qualità di vita da terzo mondo.
La sua storia è piena di periodi di servaggio politico, di assoggettamento a stranieri e sfruttamento fiscale. Questo libro cerca di esaminare i vari aspetto di questa extra-ordinaria situazione di oppressione, ivi comprese le colpe dei popoli padano-alpini nell’essersi confezionata la prigione in cui sono reclusi. Ci sono diffuse responsabilità collettive che si protraggono nel tempo che hanno trasformato i forti Cisalpini dell’antichità e gli opulenti Lombardi del Rinascimento in poveri Polentoni, in tartassati “italiani del Nord”. Riusciranno, prima che sia troppo tardi, i Polentoni oppressi a diventare liberi Padani?
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