GROSSMAN, VASILIJ – Tutto Scorre…

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Il romanzo capolavoro che denunciò gli orrori del bolscevismo

 

Edizioni: Adelphi   Anno: 2010   pag. 229

COD: 018-1059 Categoria:

Descrizione

 

Vasilij Grossman scrisse questo libro, che è il suo testamento, fra il 1955 e il 1963. Come nel grandioso “Vita e destino”, non cambiò molto dello stile scabro e aspro che lo aveva reso celebre fra gli scrittori del realismo socialista. Ma vi infuse l’inconfondibile tono della verità.

Con lucidità e fermezza, prima di ogni altro parlò qui di argomenti intoccabili: la perenne tortura della vita nei campi, ma anche l’altra tortura, più sottile, di chi ne ritorna e riconosce la bassezza e il terrore negli occhi imbarazzati di parenti e conoscenti; lo sterminio sistematico dei kulaki; la delazione come fondamento della società; il vero ruolo di Lenin e del suo “spregio della libertà” nella costruzione del mondo sovietico.

“Un tempo pensavo che la libertà fosse la libertà di parola, di stampa, d’opinione. Ma la libertà è tutta la vita di tutta la gente”, disse Ivan Grigorevic. “Ecco cos’è: è il diritto di seminare quello che vuoi, di fare scarpe, soprabiti, di cuocere il grano che hai seminato, per venderlo o non venderlo, come vuoi tu; e anche se fai il meccanico, o il fonditore, o l’artista, vivi e lavora come vuoi tu, e non come ti ordinano. Invece non c’è libertà nè per chi scrive libri, nè per chi coltiva il grano o fa stivali” (p. 96)

“Lo Stato si fece padrone… Con tragica evidenza venne a manifestarsi la legge sacra della vita: la libertà dell’uomo sta al di sopra di tutto, non v’è al mondo obiettivo degno del sacrificio della libertà dell’uomo” (p. 180)

“Per grandiosi che siano i grattacieli e potenti e cannoni, per illimitato che sia il potere dello Stato e possenti gli imperi, tutto ciò non è che fumo e nebbia, destinato a scomparire. Rimane, si sviluppa e vive soltanto la vera forza, che consiste in una sola cosa – nella libertà. Vivere significa essere un uomo libero”. (p. 220)

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