Guglielmo Piombini – La Croce contro il Leviatano

 15,00

Perché il Cristianesimo può salvarci dello Stato Onnipotente.

Con il saggio di James Redford, Gesù era un anarchico

Tramedoro Edizioni, luglio 2021

p. 264

Descrizione

La Croce e il Leviatano. Perché il Cristianesimo può salvarci dallo Stato Onnipotente offre un’interpretazione radicalmente libertaria e antistatalista del messaggio cristiano, basata sul riconoscimento di un legame strettissimo tra la tradizione morale giudaico-cristiana e la filosofia giusnaturalista del liberalismo classico.

La tesi centrale del libro è che tra le norme morali del cristianesimo e i diritti naturali inviolabili della tradizione liberale vi è una completa corrispondenza. In particolare, il nucleo del messaggio morale evangelico corrisponde esattamente al principio di non aggressione della dottrina libertaria, secondo cui non è mai legittimo dare inizio a un’aggressione contro individui pacifici. Partendo da questo assunto, ne consegue che il Cristianesimo non è compatibile con lo statalismo, perché questa si fonda sulla coercizione e sull’aggressione sistematica alla vita, alla libertà e alla proprietà degli individui.

Questa conclusione appariva chiarissima ai cristiani dei primi secoli, anche perché nelle Scritture lo Stato viene descritto, senza mezzi termini, come una creazione demoniaca del “Principe di questo mondo”. I delitti, gli omicidi e le rapine su scala gigantesca che da sempre commettono gli Stati suonano come un’atroce conferma della visione biblica. Non a caso, le epoche più gloriose e ammirevoli del Cristianesimo sono state quelle in cui si è contrapposto con fermezza al potere politico, incarnato dall’impero romano o dagli Stati moderni a vocazione totalitaria. I cristiani hanno invece tradito la loro più genuina vocazione quando si sono fatti sedurre dal potere o dalla politica.

Il libro si apre con il saggio dell’americano James Redford Gesù era un anarchico, tradotto da Gaetano Masciullo. Il secondo saggio, Il vero cristiano è anarco-capitalista. Perché James Redford ha ragione, è il più corposo del libro. In questo scritto viene messa in luce la natura anticristiana, se non addirittura demoniaca, del potere statale. Il terzo saggio, I quaccheri: una storia libertaria, costituisce una ricerca sulla Società degli Amici: un ramo minoritario del cristianesimo che per gran parte della sua storia si è mantenuto rigorosamente fedele all’antistatalismo radicale del cristianesimo dei primi tre secoli, e che può rappresentare una fonte d’ispirazione per i cristiani che intendono resistere alle pretese totalitarie degli Stati.

 

Leggi la recensione di Leonardo Facco sul Miglioverde

Leggi la recensione di Gaetano Masciullo su Fede & Cultura

Leggi la recensione di Adalberto Ravazzani sul Corriere Pavese

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Leggi la recensione di Rosella Pastore su Postlitteram

 

Tutte queste recensioni, oltre a quella di don Beniamino Di Martino, sono state pubblicate sul numero 16/2022 di Storia Libera.

 

INDICE DEL LIBRO

Introduzione di Guglielmo Piombini, p. 3

Prima parte

James Redford, Gesù era un anarchico, p. 6                                                                                          

  1. La vita di Gesù comincia con un atto di sfida al governo e termina con un altro atto di sfida, 9
  2. La Regola d’oro conduce inevitabilmente all’anarchismo, p. 12
  3. Gesù non considera le apparenze, p. 17
  4. Gesù sulle tasse: niente (di diritto) spetta a Cesare!, p. 19
  5. Riscuotere le tasse è un peccato!, p. 22
  6. Su Paolo, Romani 13 e Tito 3, 1, p. 24
  7. Su Pietro e 1Pietro 2, 13–18, p. 35
  8. Il sovrano e dio di questo mondo e di questo tempo, che tutti i governi mortali adorano, è Satana, p. 39
  9. Gesù ha difeso la libertà contrattuale la proprietà privata, p. 43
  10. La grandezza è nel servire, p. 44.
  11. Gli schiavi obbediscano ai padroni?, p. 46
  12. Gesù sulla raccolta dell’interesse (ossia l’usura), p. 55
  13. La cacciata dal Tempio, p. 57
  14. Gesù sulla guerra contro la droga (e tutte le forme di proibizionismo), p. 60
  15. Guai ai legulei!, p. 72
  16. Gesù sui tribunali governativi: evitateli!, p. 74
  17. Gesù sui ricchi, p. 77
  18. Gesù si impegnò in un cospicuo consumo quando avrebbe potuto invece provvedere ai poveri, p. 79
  19. Gesù ci ha chiamati alla libertà – ma coloro che pagano le tasse non sono liberi!, p. 81
  20. Gesù rovescerà tutti i governi del mondo e punirà tutti i governanti nel tempo del Suo Giudizio (cioè, della Sua Seconda Venuta), p. 88
  21. I figli di Dio devono essere volontari e sovrani di se stessi nel Regno di Cristo, p. 93
  22. Osservazioni conclusive, p. 96

Seconda parte

Guglielmo Piombini, Il vero cristiano è anarco-capitalista. Perché James Redford ha ragione

  1. Il messaggio “anarchico” della Bibbia, p. 101
  2. Precisazioni sul termine “anarchia”, p. 105
  3. La Bibbia ebraica: dai giudici ai primi re, p. 107
  4. Dai profeti ebraici ad Erode, p. 108
  5. Il Vangelo contro lo Stato, p. 110
  6. “Il mio regno non è di questo mondo”, p. 111
  7. La Croce contro il Potere, p. 114
  8. Le lettere di Pietro e Paolo, p. 117
  9. L’Apocalisse, p. 121
  10. Uno sguardo teologico allo Stato, p. 124
  11. Lo Stato omicida, p. 130
  12. Lo Stato menzognero e ingannatore, p. 134
  13. Hobbes e Golding avevano torto, p. 136
  14. La guerra nasce dallo Stato, p. 139
  15. Come lo Stato camuffa il male con il bene, p. 148
  16. Il volto demoniaco del potere, p. 151
  17. Cristo o Machiavelli, p. 152
  18. Tolstoj: il Cristianesimo distrugge lo Stato, p. 155
  19. Cristianesimo e Principio di Non Aggressione, p. 160
  20. L’assalto socialista al principio di non aggressione, p. 165
  21. La vena satanica del socialismo, p. 170
  22. Gesù non era socialista, p. 173
  23. L’assalto di Nietzsche al principio di non aggressione, p. 179
  24. Schweitzer o Hitler?, p. 185
  25. L’assalto nazional-socialista al principio di non aggressione e le sue conseguenze, p. 189
  26. L’islam come ideologia politica totalitaria, p. 192
  27. Gli errori del nuovo ateismo, p. 199
  28. L’antistatalismo cristiano alla prova della storia, p. 205
  29. Il demone della democrazia, p. 222
  30. La pericolosa tentazione dell’impegno politico, p. 229

Terza parte

Guglielmo Piombini, I quaccheri: una storia libertaria 

  1. Né cattolici, né protestanti, p. 233
  2. L’epoca della persecuzione, p. 235
  3. Eredi dei Livellatori, p. 237
  4. I quaccheri nell’America coloniale, p. 239
  5. Il sacro esperimento di William Penn, p. 241
  6. Pace con gli indiani e antimilitarismo, p. 242
  7. Contro la schiavitù, p. 244
  8. L’anima quacchera dell’America, p. 245
  9. L’epopea imprenditoriale dei quaccheri, p. 246
  10. Quakernomics, p. 249
  11. Contro la guerra, p. 252
  12. Elogi e riconoscimenti, p. 254
  13. Politicizzazione e declino, p. 255
  14. Un quaccherismo libertario?, p. 258

Indice del libro, p. 261

1 recensione per Guglielmo Piombini – La Croce contro il Leviatano

  1. Adalberto Ravazzani

    Cristianesimo e liberalismo. Un legame indissolubile

    Benedetto Croce, filosofo liberale e idealista del ‘900, affermava (in contrapposizione a Kierkegaard) che tutti noi “non possiamo non dirci cristiani”. Il Cristianesimo, infatti, ha rappresentato l’elemento spirituale che ha dato un volto, un senso specifico e innovativo alla fenomenologia dei valori dell’Occidente. Il messaggio cristiano ha plasmato la teologia, la filosofia ed il diritto, nonché la forma mentis dell’individuo.

    Ma è nella storia del pensiero politico e morale che il Cristianesimo ha potato le sue radici più profonde. Non è un caso che tra liberalismo classico e pensiero giudaico-cristiano vi sia un’unità semantica e simbolica, impastata da analogie realmente significative, che permette la non contraddizione tra queste due visioni del mondo. Per questo motivo è da encomiare l’ultima opera che ha dato alle stampe Guglielmo Piombini, giurista, pensatore, editore, proprietario della Libreria del Ponte di Bologna e imbattibile studioso del pensiero liberale-libertario. Il manoscritto liberale vanta un titolo evocativo: “La Croce e il Leviatano. Perché il Cristianesimo può salvarci dallo Stato Onnipotente” (Tramedoro Edizioni).

    In questa antologia di 264 pagine, avvalorata da un inchiostro profondo e coraggioso, Piombini si è avventurato nei sentieri della ricerca delle radici antistataliste del Cristianesimo delle origini. L’opera, intrisa di fermenti teologici ed etici, è accompagnata dall’incipit del bel saggio di James Redford sul perchè “Gesù era un anarchico”. Dalla base Redfordiana, a partire dal “Perché James Redford ha ragione”, Piombini ha delineato le coordinate del suo impareggiabile, corposo ed eccelso lavoro. Per Piombini, sulla stessa scia di Locke e di altri innumerevoli autori del liberalismo come Rothbard, il Cristianesimo è l’architettura stessa del diritto naturale o giusnaturalismo (ius naturae). Valori autenticamente liberali quali la libertà, la vita, la proprietà privata e il principio di non aggressione, sono gli elementi base dell’etica cristiana tradizionale.

    Fin dalle prime testimonianze sul campo apostolico, il Cristianesimo ha messo in luce tutto il suo antagonismo nei confronti del potere e dello Stato (definito come una “creatura demoniaca”). Pagina dopo pagina, parola dopo parola, possiamo assaporare la preparazione di Piombini nel campo biblico ed evangelico. L’autore si è immerso in un pantheon eclettico, tra autori come San Paolo, l’esegesi delle Scritture, la spiritualità della Parola di Gesù, la potenza storica e teorica della riflessione dei pensatori liberali o dei teologi dal calibro di Jacques Ellul, già autore di “Anarchia e Cristianesimo”.

    L’opera si chiude con una storia libertaria, per non dire anarcocapitalista, dei Quaccheri. Questo capitolo costituisce una ricerca ben approfondita sulla Società degli Amici. Un libro rivoluzionario, dunque, scorrevole e attuale, capace di illuminare la nostra mente. Piombini ci ricorda, con la sua preziosa opera intellettuale, che il Leviatano di hobbesiana memoria non potrà vincere finché ci saranno idee, testimonianze e radici teoriche che difenderanno fino all’ultima barricata l’unicità dell’individuo contro la superbia del collettivismo. La scelta che siamo chiamati a prendere è nel bivio tra due simboli dualistici: o la Croce o il Leviatano… tertium non datur! Un plauso all’autore per questa splendida pubblicazione.

    (Il Settimanale Pavese, 9 settembre 2021)

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