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Autentico manifesto libertario datato 1973, nel quale vengono evidenziate le degenerazioni bismarckiane, che hanno coinvolto gli Stati Uniti nel corso dei primi sette decenni del Novecento. In questo manifesto Rothbard disegna un progetto per una società nella quale i cittadini siano governanti di se stessi e non siano governati da oligarchie politiche, burocratiche, poliziesche e giudiziarie che celano la propria identità facendosi chiamare “Stato”.
Come dice del resto Rothbard, “In realtà, cos’è lo Stato se non criminalità organizzata? Cos’è la tassazione se non furto su scala gigantesca e incontrollata? Cos’è la guerra se non omicidio di massa che una polizia privata non potrebbe mai commettere? Cos’è la coscrizione se non schiavitù di massa? Possiamo immaginare una polizia privata che riuscirebbe a farla franca se mettesse in atto anche solo una piccola parte dei misfatti perpetrati abitualmente e impunemente dagli Stati? … Uno dei fattori che permette ai governi di compiere quelle mostruosità che abitualmente commettono è il senso della legittimità conferita loro da cittadini inebetiti. Il cittadino medio … è stato condizionato a tal punto da accettare che lo Stato è il suo sovrano legittimo e che sarebbe cattiveria o pazzia rifiutarsi di obbedire ai suoi dettami…”
Questo manifesto è suddiviso in tre parti più una prefazione dal titolo “Il retaggio libertario”, che rimanda ai valori del liberalismo classico di matrice jeffersoniana e alla rivoluzione americana, i cui artefici erano imbevuti del credo libertario. Secondo loro, libertà civile e morale, indipendenza politica e libertà di commercio e di produzione facevano parte di un unico coerente sistema di libertà naturale, il cui spirito ha impregnato la Dichiarazione di Indipendenza Americana.
Il credo libertario costituisce, d’altronde, la prima parte dell’opera di Rothbard, un credo basato su proprietà e scambio, e che vede lo Stato come un re nudo privo di ogni legittimità. Per Rothbard, i diritti umani, il diritto di parola, piuttosto che la libertà di stampa, altro non sono che forme diverse di diritto di proprietà. Solo mediante atti di scambio volontari e consensuali è possibile agire rispettando il principio base del credo libertario: l’assioma di non aggressione, secondo il quale nessuno può aggredire la persona o la proprietà altrui, tanto meno lo Stato.
La seconda parte del manifesto libertario è la più lunga ed è intitolata “Soluzioni libertarie a problemi attuali”, trattando temi di carattere più generale come la servitù involontaria, sotto la quale ricadono la coscrizione, le leggi anti-sciopero e il sistema fiscale, o la libertà personale, che comprende la libertà di parola, la libertà radiotelevisiva, la pornografia, il gioco d’azzardo, la libertà nell’uso di droghe e la libertà di portare armi. Altri argomenti più specifici sono l’istruzione, lo sviluppo ipertrofico dello stato assistenziale, l’interventismo governativo nell’economia, le strade, la polizia, la legge e i tribunali, l’ecologia, la guerra e la politica estera, per finire a un capitolo molto interessante relativo all’inflazione e al ciclo economico, nel quale viene spiegato il collasso del paradigma keynesiano. Per quanto concerne la guerra, Rothbard, rifacendosi ai consigli di George Washington di evitare di entrare nelle dispute delle potenze europee, vede con favore una politica estera “pacifista” e critica tutte le guerre intraprese dagli Stati Uniti lontano dal suo territorio, compreso l’intervento in Europa nella Seconda Guerra Mondiale. Naturalmente, le soluzioni ai problemi summenzionati vanno tutte in direzione di una privatizzazione di questi servizi, anche di quelli ritenuti essenziali, come le forze di polizia e i tribunali, i quali, anzi, dovendo essere efficienti più di altri, più di altri necessitano di un regime concorrenziale.
La terza parte, l’epilogo, vuole essere una strategia per la libertà. Rothbard vede con favore il coinvolgimento dei giovani, in particolare degli studenti, per divulgare il credo libertario. Non gli imprenditori, i quali, nonostante siano la migliore esemplificazione pratica del credo libertario, vengono troppo spesso a compromessi con il potere statale, sempre più fonte di profitti per chi non vuole sobbarcarsi il “duro onere” della concorrenza. Secondo Rothbard, l
Libreria del Ponte –
Recensione di Carlo Zucchi
Autentico manifesto libertario datato 1973, nel quale vengono evidenziate le degenerazioni bismarckiane, che hanno coinvolto gli Stati Uniti nel corso dei primi sette decenni del Novecento. In questo manifesto Rothbard disegna un progetto per una società nella quale i cittadini siano governanti di se stessi e non siano governati da oligarchie politiche, burocratiche, poliziesche e giudiziarie che celano la propria identità facendosi chiamare “Stato”.
Come dice del resto Rothbard, “In realtà, cos’è lo Stato se non criminalità organizzata? Cos’è la tassazione se non furto su scala gigantesca e incontrollata? Cos’è la guerra se non omicidio di massa che una polizia privata non potrebbe mai commettere? Cos’è la coscrizione se non schiavitù di massa? Possiamo immaginare una polizia privata che riuscirebbe a farla franca se mettesse in atto anche solo una piccola parte dei misfatti perpetrati abitualmente e impunemente dagli Stati? … Uno dei fattori che permette ai governi di compiere quelle mostruosità che abitualmente commettono è il senso della legittimità conferita loro da cittadini inebetiti. Il cittadino medio … è stato condizionato a tal punto da accettare che lo Stato è il suo sovrano legittimo e che sarebbe cattiveria o pazzia rifiutarsi di obbedire ai suoi dettami…”
Questo manifesto è suddiviso in tre parti più una prefazione dal titolo “Il retaggio libertario”, che rimanda ai valori del liberalismo classico di matrice jeffersoniana e alla rivoluzione americana, i cui artefici erano imbevuti del credo libertario. Secondo loro, libertà civile e morale, indipendenza politica e libertà di commercio e di produzione facevano parte di un unico coerente sistema di libertà naturale, il cui spirito ha impregnato la Dichiarazione di Indipendenza Americana.
Il credo libertario costituisce, d’altronde, la prima parte dell’opera di Rothbard, un credo basato su proprietà e scambio, e che vede lo Stato come un re nudo privo di ogni legittimità. Per Rothbard, i diritti umani, il diritto di parola, piuttosto che la libertà di stampa, altro non sono che forme diverse di diritto di proprietà. Solo mediante atti di scambio volontari e consensuali è possibile agire rispettando il principio base del credo libertario: l’assioma di non aggressione, secondo il quale nessuno può aggredire la persona o la proprietà altrui, tanto meno lo Stato.
La seconda parte del manifesto libertario è la più lunga ed è intitolata “Soluzioni libertarie a problemi attuali”, trattando temi di carattere più generale come la servitù involontaria, sotto la quale ricadono la coscrizione, le leggi anti-sciopero e il sistema fiscale, o la libertà personale, che comprende la libertà di parola, la libertà radiotelevisiva, la pornografia, il gioco d’azzardo, la libertà nell’uso di droghe e la libertà di portare armi. Altri argomenti più specifici sono l’istruzione, lo sviluppo ipertrofico dello stato assistenziale, l’interventismo governativo nell’economia, le strade, la polizia, la legge e i tribunali, l’ecologia, la guerra e la politica estera, per finire a un capitolo molto interessante relativo all’inflazione e al ciclo economico, nel quale viene spiegato il collasso del paradigma keynesiano. Per quanto concerne la guerra, Rothbard, rifacendosi ai consigli di George Washington di evitare di entrare nelle dispute delle potenze europee, vede con favore una politica estera “pacifista” e critica tutte le guerre intraprese dagli Stati Uniti lontano dal suo territorio, compreso l’intervento in Europa nella Seconda Guerra Mondiale. Naturalmente, le soluzioni ai problemi summenzionati vanno tutte in direzione di una privatizzazione di questi servizi, anche di quelli ritenuti essenziali, come le forze di polizia e i tribunali, i quali, anzi, dovendo essere efficienti più di altri, più di altri necessitano di un regime concorrenziale.
La terza parte, l’epilogo, vuole essere una strategia per la libertà. Rothbard vede con favore il coinvolgimento dei giovani, in particolare degli studenti, per divulgare il credo libertario. Non gli imprenditori, i quali, nonostante siano la migliore esemplificazione pratica del credo libertario, vengono troppo spesso a compromessi con il potere statale, sempre più fonte di profitti per chi non vuole sobbarcarsi il “duro onere” della concorrenza. Secondo Rothbard, la libertà non può avere il sopravvento senza l’apporto di una teoria sistematica, e, soprattutto, “non è stata mai pienamente sperimentata nel mondo moderno”, per cui tocca ai libertari cercare di realizzare il sogno di un mondo di libertà e prosperità per tutti gli uomini.
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