Description
INDICE DEL LIBRO
1. La filosofia politica della libertà come (auto)proprietà
2. (Quasi) tutto cominciò con Ayn Rand
3. Anarcocapitalismo giusnaturalista: Murray N. Rothbard
4. Stato minimo: Robert Nozick
5. Libertarismo e utilitarismo
6. Contrattualismo libertario
7. Sincretismo metodologico
8. Le politiche
9. Destra o sinistra?
Bibliografia
Libreria del Ponte –
Recensione di Fabrizio Gualco
L’Italia è forse il paese in cui l’egemonia culturale teorizzata da Gramsci, espressione di una mentalità ideologica applicata alla diffusione e comunicazione del sapere, è stata attuata con maggiore rigore. Solo qualche anno fa, la traduzione di un testo come quello firmato da Bjorn Lomborg (L’ambientalista scettico, Mondadori, Milano 2003), in cui l’autore tende a criticare dogmi ambientalistici dati per scontati: l’entità del degrado ambientale planetario, l’irrevocabile esaurimento delle risorse naturali, i tassi e le forme di inquinamento globale, non sarebbe stata, probabilmente, nemmeno presa in considerazione.
Fortunatamente, come suol dirsi, il tempo è galantuomo: e gli eventi geopolitici occidentali, emersi dopo il crollo delle ideologie totalitarie, gli hanno dato una mano. A prescindere da ciò che gli amanti della detrazione multimediale si accaniscono a ripetere, la svolta mondiale di matrice liberaldemocratica ha fornito fluidità, anche in Italia, ad una mutazione di sensibilità nel campo delle conoscenze: mutazione positiva che si rivela, fra le altre cose, attraverso una maggiore pluralità di offerta culturale.
Il panorama, dunque, sta vivendo cambiamenti magari non a tutti evidenti, ma di sicuro importanti: in ambito editoriale, ad esempio, è eloquente tanto la crisi dell’Einaudi quanto la rinnovata vitalità ed intraprendenza di editrici come la Liberilibri di Macerata o la Rubbettino di Soveria-Mannelli, specializzate nella pubblicazione e nella diffusione del pensiero liberale e libertario.
Proprio grazie alla Rubbettino, oggi, possiamo fruire dell’ultimo lavoro di Piero Vernaglione (Il libertarismo. La teoria, gli autori, le politiche. Rubbettino, Soveria-Mannelli 2003, pp. 613, € 30,00). Per coloro che riconoscono nella cifra della libertà il proprio punto di riferimento, esso si propone come strumento di ricerca, di riflessione e consultazione: un mezzo cartaceo capace di integrare pubblicazioni cronologicamente anteriori, sebbene non meno preziose, come Atlante del liberalismo di Raimondo Cubeddu (Ideazione, Roma 1997) e Il pensiero libertario contemporaneo di Carlo Lottieri (Liberilibri, Macerata, 2001).
In linea diretta oppure indiretta, gli antenati dei libertari sono numerosi, e principalmente appartenenti al liberalismo classico e alla tradizione anarco-individualista statunitense. Troviamo, tra gli altri, Adam Smith e Frédéric Bastiat con il principio del Laissez-faire, John Locke e la teoria dei diritti naturali attraverso cui vengono difesi non solo i diritti di proprietà, ma anche il diritto alla proprietà che naturaliter connota l’essere umano; Hume e l’empirismo illuminista di marca scozzese; Mandeville ed il suo sano antimoralismo, secondo cui i vizi non sono crimini; Henry D. Thoreau e il suo autonomismo esistenziale; gli esponenti della Scuola di Chicago e le loro proposte antistataliste e, last but no least, la triade “austriaca” composta da Menger, Mises e Hayek con le sue metodologie fondate sull’individuo.
Capace di fornire nozioni ed informazioni preziose, la mappa libertaria disegnata da Vernaglione si riferisce ad una realtà variegata, impossibile da incasellare se non al prezzo di semplificazioni più o meno interessate e rimozioni più o meno consapevoli.
Da questo punto di vista, oltre a costituire una filosofia politica, esso rivela i tratti di una predisposizione mentale ed esistenziale che, da autore ad autore, si concretizza in modi, toni, sensibilità, forme di certo non univoche e talvolta contrastanti. In questa prospettiva, le voci di Ayn Rand, Murray N. Rothbard, Milton Friedman, Bruno Leoni, Robert Nozick possono essere considerate come un coro, sì: ma un coro formato essenzialmente da solisti.
Nel libertarismo contemporaneo azioni e convinzioni si supportano vicendevolmente. L’universo libertario vive di teorie e di pratiche: pone temi, problemi e soluzioni alla luce del primato individuale e delle interazioni consensuali che i rapporti fra individui generano all’interno della vita reale.
Posta la libertà individuale quale fine principale dell’organizzazione politica e sociale, l’approccio libertario alle politiche pubbliche implica una lunga serie di tecniche ed applicazioni relative ai campi della vita associata. Non a caso l’ultima parte del volume è dedicata ad evidenziare le proposte concrete relative alle questioni politiche e sociali che abitano in pianta stabile la quotidianità degli individui: dalla famiglia all’eutanasia, dalla spesa pubblica al fisco, dal mercato del lavoro al commercio internazionale, dallo stato sociale alla sanità e l’istruzione.
Corposo ma agile, consistente ma non pesante, Il libertarismo di Vernaglione si propone anche all’attenzione di coloro che, per vari motivi, non hanno mai avuto modo di accostare l’argomento specifico. Attraverso l’uso di un linguaggio preciso ma altamente comunicativo, l’autore si pone al servizio dei possibili lettori, e fornisce loro la possibilità di visitare territori teorici storicamente, non troppo frequentati, ma indiscutibilmente interessanti.