Pietro Adamo – L’anarchismo americano nel Novecento

 34,00

Da Emma Goldman ai Black Bloc

Pur essendo dedicato soprattutto all’anarchismo di sinistra, il libro contiene dei capitoli su Benjamin Tucker, Albert Jay Nock e l’anarco-capitalismo. 

FrancoAngeli, 2016, p. 319

Descrizione

L’anarchismo attraversa la storia degli Stati Uniti nel ventesimo secolo in modi sorprendenti. Lungi dal rivelarsi un corpo estraneo alla cultura e all’immaginario del paese, i libertari americani hanno presentato l’ipotesi anarchica come l’espressione più aderente e fedele allo spirito della nazione. Nel crogiolo bohémien del Village di inizio Novecento, nel fiorire del pacifismo a metà anni Quaranta, nei magmatici Sixties della controcultura e della ribellione giovanile, nelle grandi manifestazioni no-global di fine secolo, gli anarchici sono spesso tornati alle radici ottocentesche della loro esperienza libertaria, gradualista e di mercato, di contro alle tendenze rivoluzionarie e comuniste prevalenti in Europa, proponendo modelli di organizzazione sociale egualitari e antigerarchici, valorizzando l’autonomia del singolo e il suo diritto ad associarsi liberamente, guardando a decentramento e federalismo. In questo loro sforzo si sono ritrovati a esprimere un anarchismo nuovo che entro una società ormai di massa propone forme di azione e intervento inedite: modalità di convivenza in comunità e piccoli gruppi, basati su libertà e autonomia, che siano progetti pilota per il nuovo da costruire ma anche esperimenti di vita; programmi culturali mirati alla decostruzione delle mitologie e delle idee-forza del tardo capitalismo; un pluralismo che delinea la società del futuro come un regno di “libera sperimentazione”, in cui convivano modelli diversi di stili di vita.

 

Recensioni

Ancora non ci sono recensioni.

Recensisci per primo “Pietro Adamo – L’anarchismo americano nel Novecento”