Ayn Rand – La virtù dell’egoismo

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Un concetto nuovo di egoismo

L’etica dell’egoismo razionale a fondamento del capitalismo

Edizioni: Liberilibri   Anno: 2023   pag. 206

COD: 018-141 Categoria:

Descrizione

1 recensione per Ayn Rand – La virtù dell’egoismo

  1. Guglielmo Piombini

    Recensione di Carlo Zucchi

    Straconosciuta negli Stati Uniti, per nulla in Italia, Ayn Rand ha visto in passato tradotti in italiano The Fountainhead, Atlas Shrugged e, soprattutto, We the Living (Noi vivi), del 1936, che ha conosciuto un grosso successo presso il grande pubblico italiano grazie al film, ispirato al romanzo, Noi vivi. Addio Kira, sceneggiato da Corrado Alvaro, Orio Vergani e Anton Giulio Majano, diretto da Goffredo Alessandrini e interpretato da Alida Valli, Rossano Brazzi e Fosco Giachetti. Dopo il grande successo riscosso, venne sequestrato dalla censura fascista, tratta in inganno in un primo momento dall’indirizzo anti-bolscevico della trama. Sembra che Mussolini in persona ne abbia disposto il ritiro dalle sale, reso furioso dalla carica universalmente anti-totalitaria del film.

    Questo libro presenta l’etica randiana, basata sulla metafisica realistica dell’”egoismo razionale”: la vita dell’uomo come fine e valore in se. Ne discende una concezione politica imperniata sui diritti umani intesi come diritti di proprietà, sul capitalismo come unica società razionale coerente con la libertà e la prosperità, sul governo limitato come garanzia di difesa esterna, ordine interno e risoluzione delle controversie.

    Estranea ai circuiti accademici convenzionali, il suo pensiero di Ayn Rand non è mai stato giudicato degno di un’indagine scientifica seria, anche a causa della scelta del romanzo quale forma di espressione. Inoltre, la pretesa di fornire un sistema chiuso e oggettivo di comprensione della realtà che non ha mai contemplato il contraddittorio con gli avversari come momento positivo, ha certamente reso difficile servirsi del confronto come possibilità di diffusione del proprio pensiero. Sinteticamente, il pensiero “oggettivista” randiano enuclea 4 parti della filosofia: metafisica, epistemologia, etica e politica, specificandole rispettivamente come: “realtà oggettiva”, “ragione”, “interesse per sé” e “capitalismo”.

    Nelle 4 parti componenti la propria filosofia, Ayn Rand è fortemente debitrice verso Aristotele. Dal punto di vista metafisico, secondo Ayn Rand, “La realtà esiste in quanto oggettivo assoluto – i fatti sono fatti, indipendenti dai sentimenti, desideri, speranze o paure dell’uomo” – e coerente con questa impostazione del problema dell’essere è la centralità della ragione nel campo della conoscenza. Il riferimento dell’epistemologia randiana è il logos aristotelico: “La ragione è il solo mezzo dell’uomo per percepire la realtà, la sua sola fonte di conoscenza, la sua sola guida per l’azione e il suo fondamentale mezzo di sopravvivenza”.

    Dal punto di vista etico-politico, invece, l’essere oggettivo dell’uomo è indagato per mezzo della ragione, attraverso un’etica basata su una metafisica che pone la vita come fine e valore in sé, e l’oggettivismo indica l’”egoismo razionale” come cardine di questa etica. Secondo Ayn Rand, egoismo razionale è la “cura del proprio interesse”, analogamente a quanto asseriva Aristotele che distingueva appunto un uso corrente da un uso filosofico dell’egoismo, dove il primo è quello della maggior parte degli uomini, che compiace le passioni e la parte irrazionale dell’anima, attribuendo a sé la maggior parte nelle ricchezze, negli onori e nei piaceri del corpo, mentre il secondo è quello di chi compie più di tutti le azioni giuste o secondo le virtù e si procura decoro, attribuendosi le cose più belle e buone godendo della parte più elevata di sé.

    Questo nesso tra egoismo e virtù è quello che ritroviamo nell’etica randiana, secondo la quale la cura di sé è un compito morale dell’individuo che coinvolge la parte più elevata della personalità e procura l’autentico bene tanto del singolo che della comunità. Secondo Ayn Rand, quindi, la società non esiste in quanto entità a sé, ma rappresenta un insieme di individui: Molto può essere appreso sulla società studiando l’uomo; […] nulla può essere appreso sull’uomo studiando la società”. Da questo individualismo metodologico deriva un individualismo politico radicale che riconosce solo il singolo come soggetto morale, portatore di conoscenza, titolare di diritti e produttore di ricchezza. A livello di istituzioni sociali, l’egoismo è in armonia con una società capitalistica fondata sui diritti individuali – primo fra tutti il diritto di proprietà – e il governo limitato che da questi diritti trae l’unica legittimità. All’opposto sta l’etica altruistica, che fonda lo statalismo e il collettivismo. Politicamente, Ayn Rand si autodefinisce una radical for capitalism. In senso lato appartiene alla famiglia liberale, con una forte connotazione favorevole al laissez-faire. L’egoismo come valore è la virtù dell’individuo. La coerenza della posizione di Ayn Rand sta nel proporre una filosofia morale che da un lato si incardina su una metafisica che àncora il concetto di natura umana alla realtà dell’esistenza, e che dall’altro si traduce in una prospettiva politica negativa dove l’individuo è sovrano e il governo servo. Alla politica non viene affidata la creazione di alcun valore , solo gli individui nell’esercizio della loro libertà possono praticare valori morali, anzi, l’unico valore morale è nella libera azione di individui che realizzano la loro natura.

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