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THOMAS JEFFERSON – Federalismo E Democrazia

 15,00

(a cura di Luigi Marco Bassani)

Antologia di scritti di Jefferson commentati da Luigi Marco Bassani

Edizioni: Libero   Anno: 2005   pag. 160

Copertina rilegata!

Esaurito

COD: 018-1570 Categoria:

Descrizione

Autore della Dichiarazione d’indipendenza, ambasciatore in Francia, figura di spicco nella prima amministrazione americana, leader dell’opposizione negli anni Novanta del Settecento, Presidente dal 1801 al 1809, coscienza critica degli Stati Uniti fino alla morte (avvenuta il 4 luglio del 1826), Thomas Jefferson è il padre fondatore più rappresentativo della sua epoca. La sua riflessione politica ruota intorno ad un solo tema: quello della libertà umana e delle istituzioni più idonee a salvaguardarla.

Jefferson è il redattore del certificato di nascita americano (la Dichiarazione d’indipendenza), ma quando si riferiva al “mio paese” intendeva sempre la Virginia. Dalle sue Risoluzioni del Kentucky, un documento di cruciale importanza nella storia del pensiero federale, nacque quella “scuola dei diritti degli Stati”, che non poca parte ebbe nel creare un solco ideologico fra le due sezioni dell’America.

Liberale classico, saldamente ancorato alla tradizione whig, Jefferson auspicava il trionfo di “un sano spirito nella legislazione, che evitando qualsiasi limitazione arbitraria e inutile della libertà d’azione individuale, ci lasci liberi di fare tutto quanto non violi i diritti altrui”. Senza dubbio “democratico”, quando discuteva di maggioranze e governo popolare intendeva affermare che gli individui dovevano essere resi gli unici garanti dei loro stessi diritti naturali: vita, libertà e proprietà. Per Jefferson la democrazia è, infatti, “repubblicanesimo”, inteso come controllo del popolo sul proprio governo (e sui propri eletti). Proprio nelle pagine che riguardano lo scontro con Hamilton e la diffusione del potere viene fuori il pensatore politico cristallino e liberale a tutto tondo.

Tutta la costruzione politica jeffersoniana nasce dalla volontà di trovare meccanismi che pongano la società al di sopra del governo e siano al contempo capaci di rendere il potere politico separato e controllabile dalla società stessa. Il governo limitato, i diritti dell’uomo e l’antagonismo statale nei confronti delle ingerenze del potere federale sono le stelle polari della sua riflessione politica. Il pensiero jeffersoniano è stato per lungo tempo la bussola del potere politico (e ancor di più della resistenza allo stesso) nella cultura americana. L’America, nella visione jeffersoniana, era la “città del sole” della libertà e questo perché si fondava sulle eterne verità dei diritti naturali individuali, indisponibili da parte del potere politico.

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