LOTTIERI, CARLO – Le Ragioni Del Diritto

 20,00

NEL PENSIERO DI BRUNO LEONI

Libertà  individuale e ordine giuridico nel pensiero di Bruno Leoni

Edizioni: Rubbettino-Facco   Anno: 2006   pag. 441

 

COD: 018-606 Categoria:

Descrizione

1 recensione per LOTTIERI, CARLO – Le Ragioni Del Diritto

  1. Libreria del Ponte

    Recensione di Luigi Marco Bassani

    Quella di Bruno Leoni è una personalità straordinaria e unica di intellettuale e accademico nel nostro paese. Nato ad Ancona nel 1913, torinese d’adozione e professore di filosofia del diritto a Pavia, egli fu certamente l’interprete più coraggioso del liberalismo italiano. E tuttavia dopo la sua morte – avvenuta in circostanze tragiche nel 1967 – la cultura del nostro paese ha operato nei suoi confronti una vera e propria rimozione. Per fare un solo esempio, il suo capolavoro, La libertà e la legge, noto e dibattuto in tutto il mondo nella sua prima edizione in inglese del 1961, è stato tradotto e pubblicato in lingua italiana più di trent’anni dopo, per merito di Raimondo Cubeddu e della casa editrice Liberilibri di Macerata.

    Dopo il saggio di Antonio Masala del 2003, la prima biografia intellettuale di Leoni, è quindi da accogliere con grande soddisfazione l’ampia monografia fresca di stampa di Carlo Lottieri (Le ragioni del diritto. Libertà individuale e ordine giuridico nel pensiero di Bruno Leoni, Rubbettino, Leonardo Facco, pp. 441, 20 Euro), che completa l’opera di riscoperta di questa gloria del Novecento italiano, secolo per noi non certo traboccante di pensatori originali (al di fuori della scuola marxista).

    Pensatore giuridico e politico che si occupò a lungo anche di tematiche economiche, Leoni si è posto quale obbiettivo fondamentale la costruzione di argomentazioni razionali per una difesa a tutto tondo della libertà individuale. Si tratta di una riflessione che in patria difficilmente avrebbe potuto suscitare l’attenzione che meritava mentre l’autore era in vita. Quegli anni del dopoguerra, infatti, furono caratterizzati dal predominio culturale di ogni forma di collettivismo, dal marxismo ortodosso al “cattolicesimo sociale” di Dossetti o La Pira.

    Come Lottieri dimostra con grande cura e competenza, il pensiero di Leoni, così lontano dagli schemi del crocianesimo e dell’economicismo, si è contraddistinto per l’estremo rigore con cui ha riproposto i principi del liberalismo classico. Proprio negli anni del massimo trionfo intellettuale e pratico dello statalismo, Leoni scelse di testimoniare le ragioni della libertà dell’uomo, non smettendo mai di ricordare che l’autonomia della persona è una pia illusione quando la proprietà privata non è rispettata e la classe politica che controlla lo Stato impone tasse, regolamentazioni e proibizioni.

    Fiero avversario di ogni forma di ingerenza statale nella vita dei singoli, Leoni è autore di molti scritti contro la pianificazione, l’assistenzialismo e la teoria dei monopoli. Dal punto di vista della filosofia del diritto, egli elaborò una vera e propria teoria che, in opposizione a Kelsen e al positivismo giuridico, rivalutava la common law anglosassone. A suo avviso, infatti, la creazione giurisprudenziale delle regole ricorda l’ordine spontaneo che emerge sul mercato grazie alle innumerevoli libere decisioni assunte da imprenditori e consumatori. Di contro, la tradizione giuridica continentale di matrice napoleonica, fondata su codici e decisioni dei parlamenti sovrani, ricorda da vicino la logica della pianificazione e del socialismo. Lungi dal considerare la dottrina socialista come la “speranza del proletariato oppresso”, Leoni, infatti, la riteneva il mero riflesso dell’insana pretesa di sottoporre la realtà sociale al controllo di poche menti illuminate.

    A quasi quaranta anni dalla morte del pensatore torinese il bel volume di Carlo Lottieri ci ricorda che le sue analisi sono più attuali che mai e risultano per molti versi anticipatrici di tante aspirazioni di liberazione della società e degli individui dall’insopportabile peso dello Stato che abbiamo visto nascere in anni recenti. Si tratta di ideali che dovrebbero diventare il collante, almeno dal punto di vista della cultura politica, per chi ancora spera di poter cambiare fin dalle fondamenta questo tipo di paese.

    (Libero, 16/06/2006)

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