Descrizione
«Liberty» fu la principale rivista dell’anarchismo americano.
Il suo editore-direttore, Benjamin Tucker, d’indole e interessi cosmopoliti, cercava ovunque potenziali collaboratori.
Il Vilfredo Pareto del 1888 è un ingegnere e un manager, sempre più preso dagli studi di economia, liberista indomito. Critico feroce dell’establishment italiano, cerca alleanze fuori dalle cerchie tradizionali del liberalismo italiano. Così le corrispondenze di Pareto arriveranno a «Liberty».
Queste non segnano una conversione all’anarchismo, neanche se di stampo individualista, del futuro autore del Trattato di sociologia generale. Ma sono una spietata testimonianza sull’Italia di quei tempi, che come giovane Stato nazionale era al centro dell’attenzione del mondo.
Pareto vede nell’interventismo, sia economico che militare, una congiura delle classi dirigenti ai danni del popolo. Ricche di sapidi giudizi sui politici del trasformismo, queste lettere vengono per la prima volta proposte al lettore italiano.
Sono opera non del Pareto sociologo né del Pareto economista teorico dell’equilibrio generale: ma del Pareto delle battaglie liberiste, che del sociologo e dell’economista anticipa spesso le migliori intuizioni.
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