ANTHONY ESOLEN E IL GIORNO DELL’ORGOGLIO OCCIDENTALE

ANTHONY ESOLEN E IL GIORNO DELL’ORGOGLIO OCCIDENTALE

Il Domenicale, 7 settembre 2008

La civiltà occidentale soffre di una grave crisi d’identità ed è attaccata da pericolosi nemici interni ed esterni, ma per fortuna ha ancora dei difensori di valore, come Anthony Esolen, professore di letteratura inglese all’università statunitense di Providence e rinomato traduttore di importanti opere letterarie occidentali, tra cui La Divina Commedia di Dante Alighieri. La sua The Politically Incorrect Guide to Western Civilization, recentemente pubblicata dalla casa editrice Regnery di Washington, rappresenta un’efficace risposta al multiculturalismo e a tutte le ideologie anti-occidentali che dal Sessantotto in poi hanno conquistato l’egemonia nelle scuole e nelle accademie americane ed europee.

Anthony Esolen, che è di religione cattolica, accusa la dominante correttezza politica di essere un tentativo, neanche tanto mascherato, di demolire le fondamenta su cui è stata costruita la cultura europea e americana. Tutto ciò che i progressisti odiano di più (il cristianesimo, il giudaismo, la moralità tradizionale, la famiglia monogamica, il capitalismo, la proprietà privata) si può infatti riassumere in due parole: civiltà occidentale.

Per contrastare questo programma distruttivo Esolen vuole restituire agli uomini e alle donne occidentali l’orgoglio per la propria civiltà. L’Occidente, non dimentichiamolo, è l’invidia del pianeta. Ogni giorno milioni di persone provenienti da ogni angolo della terra dimostrano con le loro azioni di essere disposte a tutto pur di raggiungere le nostre società, e questo vale anche per quelle popolazioni musulmane che a parole ostentano odio e disprezzo nei nostri confronti.

Fuori dall’Occidente e dalle aree influenzate dalla cultura occidentale la vita è ancora pericolosa, brutale e breve. Solo nella cultura occidentale, infatti, è emersa un’idea universale dei diritti umani. Questa nozione, radicata nella concezione giudaico-cristiana della dignità della persona fatta ad immagine del Dio creatore, ha permesso la nascita di istituzioni politiche più liberali e rispettose dell’individuo, che altrove stentano ad attecchire.

Non bisogna avere il timore di ricordare che è dall’Occidente quotidianamente insultato da marxisti, multiculturalisti e islamisti che proviene la quasi totalità delle creazioni intellettuali, artistiche, scientifiche e tecnologiche di cui oggi gode l’umanità. Miliardi di persone che vivono nel resto del mondo non sarebbero mai nate né sopravvissute senza i progressi morali, tecnici, alimentari e medici portati ovunque dagli europei. L’idea vittoriana del fardello dell’uomo bianco, oggi derisa, contiene dunque un profondo nucleo di verità.

Nel suo libro Esolen ripercorre la storia della cultura occidentale esaltando la grandezza dell’antica Grecia, dell’antica Roma e del Medioevo. La diffusione del relativismo morale segnò il declino di Atene e dell’impero romano. La burocratizzazione, l’elevata tassazione e la depravazione morale minarono infatti l’istituzione famigliare su cui Roma aveva costruito la propria forza. Dall’incoronazione di Ottone al sacro Romano Impero nel 962 alla morte di Dante nel 1321, scrive Esolen, l’Europa conobbe invece una delle massime fioriture culturali della storia umana, e anche le glorie del Rinascimento furono principalmente frutto del Medioevo e della cultura cristiana.

L’epoca moderna segna però l’inizio della crisi della Cristianità. Dall’Illuminismo in poi la cultura occidentale divorzia dai suoi fondamenti religiosi e metafisici, e vede proliferare nel suo seno una gran quantità di ideologi fanatici, di scienziati ciarlatani, di intellettuali farneticanti. L’inaudita violenza degli ultimi secoli, che raggiunge il suo culmine nel Novecento, è secondo Esolen il prodotto delle idee di questi cattivi maestri, che hanno incoraggiato da un lato la crescita inarrestabile dello Stato, e dall’altro l’eliminazione dell’influenza della Chiesa dalla vita sociale. I pochi che intuirono come sarebbe andato a finire questo perverso progetto della modernità, e che continuarono a difendere la dignità umana (ad esempio Edmund Burke, Gilbert K. Chesterton, T. S. Eliot, Russell Kirk, Friedrich von Hayek o Aleksandr Solzenicyn), furono sprezzantemente bollati come “conservatori”.

Se gli europei continueranno sulla via del secolarismo radicale, e se gli americani li seguiranno a ruota, conclude Esolen, alla fine non troveranno una nuova età della ragione, ma qualcosa di già visto: altri Lenin, altri Stalin, o persino altri Maometto: «Per quelli di noi che amano l’Occidente la battaglia può sembrare scoraggiante. I nostri avversari hanno dalla loro parte i principali mezzi d’informazione, le università, il potere politico e molto più denaro. Per fortuna dalla nostra parte abbiamo millenni di storia e qualche fuoriclasse che risponde al nome di Aristotele, Sant’Agostino, Burke o Eliot».

Le cattive idee che oggi vengono propagandate come rivoluzionarie e illuminate non sono per nulla nuove; le grandi menti dell’Occidente hanno combattuto il relativismo, l’ateismo, il materialismo e la statolatria per millenni. Le loro grandi idee sono ancora in grado di prevalere contro tutte le elucubrazioni degli pseudo-intellettuali progressisti.

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