Descrizione
«Questo scritto nasce da una curiosità: da tanti anni ero abituato a considerare “funzionarismo” un termine poco usato, ma comunque degno di far parte di un dizionario della lingua italiana … Tempo addietro mi accorsi che il termine non risulta né nei dizionari che tengo in casa, né in quelli consultabili sulla rete, ivi compresa la più nota enciclopedia nazionale … mi sono chiesto per quale ragione la parola, usata da noti personaggi, era stata “bandita” dai dizionari e dalle enciclopedie.»
Da Salandra a Gramsci, da Sturzo a Fortunato, per non parlare dei “costruttori” e pensatori dello Stato borghese, le critiche alla burocrazia e alla sua “ideologia” non hanno carattere meramente economico, ma, in primo luogo, politico e giuridico: l’organizzazione burocratica fa parte dello Stato moderno ma è percepita in contraddizione con i principî dello Stato democratico-liberale.
Oggi tale consapevolezza pare dimenticata; e spesso si propongono soluzioni e idee che esaltano – e talvolta santificano – il ruolo della burocrazia. Ma dietro certe potenti “derivazioni” c’è la realtà di un potere burocratico il quale continua a crescere e resistere a cambiamenti radicali.
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