Benedetto Croce, filosofo liberale e idealista del ‘900, affermava (in contrapposizione a Kierkegaard) che tutti noi “non possiamo non dirci cristiani”. Il Cristianesimo, infatti, ha rappresentato l’elemento spirituale che ha dato un volto, un senso specifico e innovativo alla fenomenologia dei valori dell’Occidente. Il messaggio cristiano ha plasmato la teologia, la filosofia ed il diritto, nonché la forma mentis dell’individuo.
Ma è nella storia del pensiero politico e morale che il Cristianesimo ha potato le sue radici più profonde. Non è un caso che tra liberalismo classico e pensiero giudaico-cristiano vi sia un’unità semantica e simbolica, impastata da analogie realmente significative, che permette la non contraddizione tra queste due visioni del mondo. Per questo motivo è da encomiare l’ultima opera che ha dato alle stampe Guglielmo Piombini, giurista, pensatore, editore, proprietario della Libreria del Ponte di Bologna e imbattibile studioso del pensiero liberale-libertario. Il manoscritto liberale vanta un titolo evocativo: “La Croce e il Leviatano. Perché il Cristianesimo può salvarci dallo Stato Onnipotente” (Tramedoro Edizioni).
In questa antologia di 264 pagine, avvalorata da un inchiostro profondo e coraggioso, Piombini si è avventurato nei sentieri della ricerca delle radici antistataliste del Cristianesimo delle origini. L’opera, intrisa di fermenti teologici ed etici, è accompagnata dall’incipit del bel saggio di James Redford sul perchè “Gesù era un anarchico”. Dalla base Redfordiana, a partire dal “Perché James Redford ha ragione”, Piombini ha delineato le coordinate del suo impareggiabile, corposo ed eccelso lavoro. Per Piombini, sulla stessa scia di Locke e di altri innumerevoli autori del liberalismo come Rothbard, il Cristianesimo è l’architettura stessa del diritto naturale o giusnaturalismo (ius naturae). Valori autenticamente liberali quali la libertà, la vita, la proprietà privata e il principio di non aggressione, sono gli elementi base dell’etica cristiana tradizionale.
Fin dalle prime testimonianze sul campo apostolico, il Cristianesimo ha messo in luce tutto il suo antagonismo nei confronti del potere e dello Stato (definito come una “creatura demoniaca”). Pagina dopo pagina, parola dopo parola, possiamo assaporare la preparazione di Piombini nel campo biblico ed evangelico. L’autore si è immerso in un pantheon eclettico, tra autori come San Paolo, l’esegesi delle Scritture, la spiritualità della Parola di Gesù, la potenza storica e teorica della riflessione dei pensatori liberali o dei teologi dal calibro di Jacques Ellul, già autore di “Anarchia e Cristianesimo”.
L’opera si chiude con una storia libertaria, per non dire anarcocapitalista, dei Quaccheri. Questo capitolo costituisce una ricerca ben approfondita sulla Società degli Amici. Un libro rivoluzionario, dunque, scorrevole e attuale, capace di illuminare la nostra mente. Piombini ci ricorda, con la sua preziosa opera intellettuale, che il Leviatano di hobbesiana memoria non potrà vincere finché ci saranno idee, testimonianze e radici teoriche che difenderanno fino all’ultima barricata l’unicità dell’individuo contro la superbia del collettivismo. La scelta che siamo chiamati a prendere è nel bivio tra due simboli dualistici: o la Croce o il Leviatano… tertium non datur! Un plauso all’autore per questa splendida pubblicazione.
(Adalberto Ravazzani (nella foto), Il Settimanale Pavese, 9 settembre 2021)